Quando si opera nel trading online ci si imbatte in sigle e terminologie che occorre imparare a conoscere perché alcune hanno proprio a che fare con i prodotti del trading sui quali puntare, come per esempio i CFDs o Contracts For Difference che si traducono in italiano come “contratti per differenza”. Si tratta di strumenti finanziari- cosiddetti derivati – nel senso che il loro valore dipende da altri strumenti di negoziazione, come per esempio le azioni di un’azienda quotata in borsa.
Come funzionano i CFD
Si chiamano CFD su azioni quelle operazioni di trading su azioni pur non avendo acquistato quote. Infatti, ciò che caratterizza il trading con CFD è che non comporta il possesso dello strumento sottostante, pertanto non è necessario pagare i costi associati a possedere fisicamente lo strumento, come costi di gestione e imposte di bollo. Per cui se si decide di investire su azioni di un’azienda quotata, si acquistano i suoi CFD offerti da un broker (o dalla piattaforma online utilizzare per il trading) ottenendo profitti se le azioni salgono e perdite se scendono: il valore del CFD oscilla in base all’azione sottostante e i guadagni si possono ottenere anche sulla differenza di prezzo di acquisto e vendita.
Si configurano, così, almeno tre modi di operare con i CFD:
- Comprare al rialzo: si acquista un prodotto pensando che possa aumentare il suo valore e se le previsioni sono corrette si può acquistare a poco prezzo e vendere in un secondo momento quanto il titolo è in rialzo, ottenendo un profitto. Se la previsione è sbagliata il valore, ovviamente, scende e si realizza una perdita;
- Vendere al ribasso: definita anche vendita “short”per cui se si ritiene che il valore di un’azione sia in ribasso la si può acquistare a minor prezzo e ottenere un profitto. Se la previsione è sbagliata e il valore sale, si registra una perdita.
- Trading a margine: trattandosi di strumenti a leva, i CFDs necessitano di un deposito pari alla percentuale del valore complessivo della posizione da aprire. I tassi di margine possono cariare tra lo 0,25% e il 20% a seconda dello strumento finanziario sottostante scelto. Poiché è possibile perdere più del deposito iniziale è fondamentale saper utilizzare gli strumenti di analisi e gestione del rischio (messi anche a disposizione dalle piattaforme di trading).
I prezzi dei CFDs sono quotati in coppia: prezzo di acquisto e prezzo di vendita. Lo spread è la differenza tra i due prezzi. Se si stima che il prezzo possa scendere, si utilizza il prezzo di vendita, se si stima che possa aumentare, si usa il prezzo di acquisto. Per esempio: se si vuole vendere il prezzo dell’indice UK 100 si potrebbe configurare come UK 100 – 6300/6301 che significa che si vende a 6300 se si pensa che l’indice UK 100 possa scendere di valore, mentre si compra a 6301 se l’indice UK 100 si pensa possa salire di valore. Lo spread per l’indice UK 100, in questo caso, è di 1 punto.